Doomed

“Una volta, non ricordo più dove, ho letto una verità che mi ha colpito: ogni cosa, lasciata a sé stessa, tende ad andare male. Una stanza a sporcarsi; un fuoco a spegnersi…” L’unica cosa che, a differenza di tutto ciò che viene creato dagli uomini, tenderebbe invece ad accrescere, se lasciata in pace a sé stessa, è l’entità che chiamiamo Natura.

“Sono stato arso dal caldo fra i tropici, rappreso dal freddo verso i poli, afflitto nei climi temperati dall’incostanza dell’aria, (…);
più luoghi ho veduto, nei quali non passa un dì senza temporale: che è quanto dire che tu dai ciascun giorno un assalto e una battaglia formata a quegli abitanti, non rei verso te di nessun’ingiuria; molte bestie salvatiche, non provocate da me con una menoma offesa, mi hanno voluto divorare.
(…) Dal sole e dell’aria siamo ingiuriati, tanto che l’uomo non può mai senza qualche maggiore o minore incomodità o danno, starsene esposto all’una o all’altro di loro. In fine, io non mi ricordo aver passato un giorno solo della vita senza qualche pena; mi avveggo che tanto ci è destinato e necessario il patire, quanto il non godere.” (Tratto da il “Dialogo della Natura e di un Islandese”, di Giacomo Leopardi)

Ciò che viene comunemente percepita come un’entità benevola, in realtà è del tutto ostile agli esseri umani: la sofferenza umana è un elemento necessario affinché la morte, e di conseguenza la legge naturale, possa continuare a operare.

Il titolo di questo editoriale, realizzato per lo stylist Davide Quici, è “Doomed”, che vuole letteralmente dire “condannato”. Sta a raffigurare proprio la concezione di destino nefasto e ineluttabile a cui sono sottoposti tutti gli esseri umani da parte della Natura.