Dancing on my own
Questa è la storia di Giselle, una ballerina, che scorge il suo amato con un’altra donna, mentre si domanda per quale motivo lui non la veda. E’ costretta da sola, nell’ombra, ma non reagisce, ha solo bisogno di vedere con i propri occhi ciò che il suo cuore già conosce. In pena, sotto una sorta di incantesimo, costringe il suo uomo a danzare per ore, fino allo sfinimento, fino a farlo morire annegato in un lago, quasi come vendetta, o forse come liberazione da un dolore insopportabile. Tutto ciò che resta di lui è una giacca di velluto nero, che custodisce gelosamente. Dopo averla indossata, insieme ad un filo di rossetto sulle labbra, inizia a danzare, non consapevole del gesto compiuto, ma sentendosi bene, anche solo per un istante, e vicina all’uomo che non ha potuto avere.
Un lavoro di contaminazione, interpretato dalla bellissima Sara Ferrigno, che unisce elementi della vicenda romantica di Giselle, il celebre brano di Robyn e la coreografia della Carmen, di Alisia Ialicicco, dove la giacca è il simbolo di un amore perduto.